home > Sostenibilità Ambientale > Gestione dell’energia ed emissioni in atmosfera

Gestione dell’energia ed emissioni in atmosfera

Le aziende del Comparto, alcune delle quali facenti parte di gruppi multinazionali, sono particolarmente “energivore”.

Il consumo energetico delle aziende del Comparto nel corso del 2022 è stato di oltre 1 miliardo di kWh di energia elettrica, pari a 3,7 milioni di GJ, registrando una diminuzione del 12% circa rispetto al 2021. Tale fabbisogno viene soddisfatto dall’acquisto di energia elettrica dalle reti elettriche nazionali o direttamente da alcuni importanti produttori per il 68% e il restante 31,5% autoprodotta e consumata dalle aziende stesse.
L’energia autoprodotta dalle aziende deriva per il 99% da impianti termoelettrici, inclusa cogenerazione, e per il restante da impianti fotovoltaici.

L’energia autoprodotta e consumata è pari a quasi 326 milioni di kWh, equivalente a 1,2 milioni di GJ, facendo registrare una diminuzione del 18,9% rispetto al 2021. Questa riduzione è imputabile principalmente agli assetti operativi diversi nei due anni di un’azienda in particolare, i cui impianti hanno subito alcuni mesi di fermo produzione per manutenzione nel 2022.
I combustibili vengono impiegati principalmente per la produzione di calore necessario ai vari processi produttivi e per l’autotrazione.

[15] Fonte: elaborazione su dati Responsible Care, 28° Rapporto Annuale 2022

In termini economici, nel 2022 le aziende del Comparto hanno sostenuto costi per quasi 790 Milioni di euro per l’approvvigionamento energetico e idrico, in notevole incremento (+109,6%) rispetto al 2021.
In particolare, nel 2022 per quasi tutte le aziende del Comparto sono aumentati notevolmente i costi per l’acquisto di energia elettrica, con una media del 94,4% rispetto al 2021.
Sempre nel 2022 per le aziende del Comparto sono aumentati i costi per le forniture di gas metano, con una media del 72,2% rispetto al 2021.

L’incidenza del costo di acquisto per energia elettrica, gas, combustibili, carburanti e vapore sul valore della produzione è aumentata dall’11,6% del 2021 al 17,5% nel 2022, testimoniando l’importanza dell’incidenza di questa componente nei bilanci delle aziende del Comparto.

INIZIATIVE PER IL RISPARMIO ENERGETICO E PER LA RIDUZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI

I consumi energetici sono un tema materiale per le aziende del Comparto e in particolare per la maggior parte di esse che viene classificata come energivora dalla normativa corrente. L’attenzione all’efficientamento energetico ha portato ad adottare una serie di iniziative ed innovazioni di processo anche nel 2022 con evidenti benefici sia sul fronte della riduzione dei costi sia su quello dell’impatto ambientale.

Nel corso del 2022, oltre ad investire per mantenere i Sistemi di Gestione Ambientali, le Aziende hanno attuato iniziative per limitare l’impatto ambientale dei propri prodotti e servizi, soprattutto dal punto di vista energetico. In particolare:

  • sostituzione o installazione di macchinari, impianti e/o apparecchi per l’efficientamento energetico, ad esempio attraverso relamping e installazione di software di operational intelligence finalizzati al monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici;
  • installazione di impianti fotovoiltaici;
  • installazione di impianti di co-generazione o tri-generazione;
  • nomina un referente interno (energy manager) o definizione di una struttura interna che si occupa prevalentemente di efficientamento energetico;
  • coibentazione dei serbatoi per la riduzione del consumo del gas;
  • automazione della termoregolazione dei parchi serbatoi;
  • realizzazione di un impianto di autoproduzione di azoto;
  • sostituzione parchi auto vetusti.

Alcune aziende hanno implementato studi di LCA (Life Cycle Assessment) per limitare l’impatto dei propri prodotti all’interno della catena di fornitura. In particolare, Altair, Gruppo Biokimica, IP Valdarno e ICAP-SIRA hanno avviato progetti per la messa a punto di prodotti a minore impatto ambientale in termini di consumo energetico lungo la filiera e per ridurre gli scarti e la perdita di materie prime.

Termisol Termica ha sponsorizzato un progetto di tutela della biodiversità ideato dalla piattaforma 3Bee per la tutela e il monitoraggio della vita delle api e la piantumazione di boschi nettariferi, coinvolgendo tutte le risorse umane per la loro sensibilizzazione sul tema. L’azienda ha donato 500 api a ciascun dipendente, oltre ad aver creato l’oasi Termisol Termica che può essere visitata tramite il sito internet. I dipendenti sono stati coinvolti nell’adozione delle api e hanno partecipato ad un concorso per la vincita di 6 city bikes legate al programma di sensibilizzazione verso il trasporto green all’interno del progetto aziendale “Termisol Termica For A Green World”. Grazie e questi progetti l’azienda ha ottenuto l’attestazione di avvenuta compensazione di CO2.Inoltre, l’azienda ha sostituito un impianto di sabbiatura e un impianto di verniciatura con apparecchiature dotate di tecnologia più moderna ed efficiente, anche da un punto di vista energetico e ambientale. Infine, ha installato una centrale di commutazione per la gestione dei sistemi di compressione elettrici per minimizzare gli sprechi energetici.

Altair aderendo al progetto “Renewability” ha contributio alla costruzione di 5 impianti fotovoltaici in centro Italia. Inoltre, la sede è dotata di un impanto fotovoltaico ed è in corso la valutazione per la costruzione di uno nuovo.
Infine, l’azienda utilizza due cogeneratori alimentati a gas naturale per la produzione di energia elettrica e vapore.

EMISSIONI IN ATMOSFERA

Le aziende del Comparto dimostrano un costante impegno per limitare le emissioni di inquinanti in atmosfera utilizzando impianti e tecnologie innovativi.
Le emissioni di inquinanti in aria sono oggetto di studio e monitoraggio da parte delle aziende del Comparto, dal momento in cui fuoriescono dal camino dell’azienda a quando ricadono al suolo; ulteriori controlli vengono anche effettuati sulle materie prime o combustibili utilizzati, che possono influire sulle emissioni atmosferiche, per garantire il rispetto dei limiti di legge.
Viene posta particolare attenzione in fase progettuale degli impianti, con la scelta delle tecniche più opportune per la riduzione delle emissioni e la conduzione dei processi produttivi.

Le emissioni di gas serra collegate alle attività del Comparto Chimico Toscano possono essere suddivise in emissioni dirette e indirette.
Le emissioni dirette Scope 1 derivano da fonti energetiche detenute o controllate da un’organizzazione, come ad esempio i combustibili fossili acquistati per il riscaldamento, per la produzione di energia elettrica e termica.
Le emissioni indirette Scope 2, invece, fanno riferimento all’elettricità acquistata, al riscaldamento, al raffreddamento e al vapore consumato da un’organizzazione, ad esempio, per l’illuminazione degli edifici e l’alimentazione dei macchinari. Tali emissioni vengono calcolate sia tramite l’approccio location-based, sia attraverso l’approccio market-based: il primo considera l’intensità media delle emissioni di gas serra delle reti sulle quali si verifica il consumo di energia, utilizzando principalmente i dati relativi al fattore di emissione medio della rete; l’approccio market-based considera invece le emissioni causate dal consumo di energia elettrica che l’azienda ha intenzionalmente scelto con forma contrattuale.

Il gas naturale rappresenta la principale fonte diretta di emissioni di gas serra per le aziende, pari a circa 589 mila tCO2e, costituendo il 56% del totale di emissioni (dirette e indirette location-based) del 2022. La riduzione delle emissioni dirette rispetto al 2021 è giustificata proprio dal minor utilizzo di gas naturale durante l’anno.

[16] Per il calcolo delle emissioni dirette (Scope 1) derivanti dal consumo di gas naturale e combustibili liquidi, sono stati utilizzati i fattori di emissione pubblicati dal DEFRA (Department for Environment, Food and Rural Affairs) nel 2022.

[17] Per le emissioni dirette (Scope 1) derivanti da autoproduzione e consumo di energia elettrica, e indirette (Scope 2) sono stati applicati i seguenti fattori di emissione: Location-based: ISPRA – Rapporto 386/2023; Market-based: AIB – European Residual Mixes 2022.

La tabella che segue indica il quantitativo in tonnellate anidride solforosa (SO2), ossidi di azoto (NOx) e particolato emesso dalle aziende del Comparto nel corso del biennio di riferimento.

[1] Fonte: elaborazione su ultimi dati disponibili ISTAT

I valori relativi alle emissioni in atmosfera riferiti agli stabilimenti che emettono le componenti di monitoraggio sottoposte a stretti vincoli normativi sono ampiamente al di sotto dei limiti di legge.

EMISSIONI ODORIGENE

Il D. Lgs 183/2017 all’articolo 272-bis, lasciando alle Regioni la competenza di stabilire, attraverso le specifiche autorizzazioni ambientali valori limite di emissione espressi in concentrazione (mg/Nm³), prescrizioni impiantistiche e gestionali per impianti e per attività aventi un potenziale impatto odorigeno, criteri e procedure volti a definire, nell’ambito del procedimento autorizzativo, portate massime o concentrazioni massime di emissione odorigena espresse in unità odorimetriche (ouE/m³ o ouE/s) per le fonti di emissioni odorigene dello stabilimento.

Le modalità procedurali (per impianti esistenti e di nuova installazione) sono ricomprese nel nuovo Piano Regionale per la Qualità dell’aria emanato dalla Regione Toscana.

Prosegue pertanto il monitoraggio e la gestione degli impianti di abbattimento installati dalle Aziende nel periodo di riferimento.

Il Comparto implementa molteplici azioni per monitorare e ridurre le emissioni odorigene presso gli impianti e le apparecchiature identificate come potenziali sorgenti attraverso controlli e interventi interni ed esterni, spesso realizzati con ARPAT allo scopo di intercettare anche tempestivamente eventuali perdite.

I costi sostenuti nel corso del 2022 per ridurre le proprie emissioni odorigene sono stati circa 1 milione di euro.