Utilizzo delle materie prime e gestione dei rifiuti
Tutelare l’ambiente, migliorando gli standard ambientali e di qualità del prodotto, utilizzare processi che riducono le interazioni con l’ambiente impiegando le risorse energetiche e le materie prime con efficienza sono i principali obiettivi sostenibili perseguiti dalle aziende del Comparto.
Le strategie seguite negli anni hanno portato ad un’innovazione costante nei processi, nell’implementazione dei macchinari e in particolare nell’utilizzo di materie prime a basso impatto ambientale: alcune aziende del Comparto stanno sostituendo alcuni materiali con alternative più sicure e sostenibile.
Complessivamente la quantità di materie prime utilizzate nel corso del 2021 è di oltre 8,4 milioni di tonnellate (+7,6% rispetto al 2020); la materia prima vergine risulta quella prevalentemente utilizzata (97,5%).
Fonte: Responsible Care , 27° Rapporto Annuale 2021.
Ove possibile, sono state inoltre intraprese iniziative di recupero dei materiali – in particolare legno, ferro e acciaio: alcune aziende si approvvigionano o vendono scarti di produzione al fine di ridurre la propria domanda di materie prime vergini. Altair, Laviosa e Venator sono ad esempio impegnate nel recupero degli scarti di produzione, mentre INEOS, attraverso il Progetto Next Bag, recupera gli scarti di sacchi plastici lavorati che vengono poi trasformati in nuovi sacchi.
Le aziende del Comparto operano la suddivisione dei rifiuti prodotti, distinguendoli secondo le caratteristiche di provenienza e pericolosità. I materiali oggetto di raccolta differenziata vengono inoltrati a consorzi specifici o ad imprese autorizzate per il loro smaltimento o riutilizzo.
Nel 2021 sono stati prodotti rifiuti da attività produttive o industriali per 50.529 tonnellate (-19% rispetto al 2020), di cui il 77% sono rifiuti non pericolosi. Inoltre, è stato stimato che il 76% dei rifiuti viene riciclato.
Si stima che circa il 31% dei rifiuti smaltiti siano trattati in siti all’interno della Regione Toscana. Il fatto di dover trattare la maggior parte dei rifiuti fuori regione (anche all’estero) è un chiaro segnale della mancanza di infrastrutture adeguate sul territorio, fondamentali in ottica di economia circolare e per ridurre l’impatto causato dal trasporto dei rifiuti.