Contesto di riferimento
Lo Scenario normativo in evoluzione
Il tema dello sviluppo sostenibile ha raggiunto negli ultimi anni una dimensione di grande rilievo e importanza e sta sempre più diventando un tema centrale per l’Azienda che vuole essere all’avanguardia e al passo con i tempi. Si riportano alcune delle iniziative, le quali sono oggetto di fervente attività in merito alla loro evoluzione normativa.
Fonte: Commissione Europea: COM(2020) 21 «Piano d’investimenti per un’Europa sostenibile», 2020.
Le imprese del Comparto Chimico Toscano considerano da sempre la sostenibilità uno dei pilastri dello sviluppo del territorio. Nel loro percorso di sviluppo e di crescita economica perseguono una strategia atta a generare ricchezza e, allo stesso tempo, anche tale da garantire l’equilibrio tra competitività, sostenibilità ambientale e responsabilità sociale, quali elementi cruciali di successo e premesse essenziali per l’affermarsi di una vera cultura di impresa. Esistono alcuni concetti chiave legati alla sostenibilità nei quali le aziende del Comparto si riconoscono e che pongono alla base delle proprie scelte strategiche e operative: il Bilancio di sostenibilità nasce proprio con lo scopo di rendere evidente l’impegno del Comparto verso uno sviluppo sostenibile e verso una rendicontazione trasparente dei risultati conseguiti.
Poiché l’impegno del mondo produttivo deve essere accompagnato e sostenuto da un quadro di regole prevedibile e certo, che consenta di sviluppare soluzioni pratiche e progettare investimenti di lungo termine, Confindustria Nazionale ha deciso di proporre “La Carta dei Principi per la sostenibilità ambientale” e la relativa guida operativa per stimolare le imprese ad un continuo miglioramento delle proprie attività, ovvero la bussola dei valori di riferimento nel loro cammino per uno sviluppo sostenibile. Più tutte le imprese e gli imprenditori italiani saranno impegnati nella sfida per lo sviluppo sostenibile, più moderna e competitiva sarà l’economia e più vivibile il nostro Paese.
Lo scenario macroeconomico mondiale e la chimica in Italia
Fonte: L’industria chimica in Italia, rapporto 2020-2021. Federchimica
Con oltre 2.800 imprese e 3.300 insediamenti attivi sul territorio, l’industria chimica in Italia rappresenta il terzo produttore europeo con una quota pari al 10%. Il settore impiega 111 mila addetti altamente qualificati (178 mila, considerando anche la farmaceutica) e ha realizzato, nel 2020, un valore della produzione prossimo a 51 miliardi di euro (85 miliardi inclusa farmaceutica). Attraverso l’indotto, la chimica genera occupazione di qualità anche negli altri comparti (basti pensare, ad esempio, ai servizi specializzati in ambito ambientale): si stima che l’occupazione complessivamente generata sia oltre il doppio di quella diretta e superi i 270 mila addetti.
Valore della produzione mondiale: 3.400 MLD€ (-0,1% vs +2.2% 2019).
Scenario macroeconomico caratterizzato da due successive fasi di profonda caduta in corrispondenza delle prime restrizioni introdotte in Cina e del successivo lockdown generalizzato, cui ha fatto seguito un consistente rimbalzo; marcate disomogeneità di velocità ed entità della ripartenza tra le diverse aree geografiche.
Le sfide di medio-lungo termine dell’industria chimica italiana
Fonte: L’industria chimica in Italia, rapporto 2020-2021. Federchimica
La chimica è probabilmente il settore interessato dal maggior numero di iniziative legislative connesse al Green Deal ed è dunque imprescindibile che progetti e realizzi soluzioni tecnologiche necessarie a promuovere l’economia circolare e la sostenibilità, contrastando il cambiamento climatico.
Il Cefic (European Chemical Industry Council) ha evidenziato la necessità di aggiornare la Strategia Industriale Europea alla luce dell’esperienza dell’emergenza sanitaria e per allinearla maggiormente con gli obiettivi del Green Deal.