Gestione dell’energia ed emissioni in atmosfera
Le aziende del Comparto, alcune delle quali facenti parte di gruppi multinazionali, sono particolarmente “energivore”.
Il consumo energetico delle aziende del Comparto nel corso del 2021 è stato di oltre 1,4 miliardi di kWh di energia elettrica, registrando una diminuzione del 20% circa rispetto al 2020. Tale fabbisogno viene soddisfatto dall’acquisto di energia elettrica dalle reti elettriche nazionali o direttamente da alcuni importanti produttori per il 59% e il restante 41% autoprodotta e consumata dalle aziende stesse.
L’energia autoprodotta dalle aziende deriva per il 99% da impianti di cogenerazione e per il restante da impianti fotovoltaici.
L’energia prodotta e consumata è pari a quasi 617 milioni di kWh, pur facendo registrare una diminuzione del 38% rispetto al 2020, nonostante si registri un aumento del valore della produzione dovuto principalmente all’aumento del prezzo del petrolio.
I combustibili vengono impiegati principalmente per la produzione di calore necessario ai vari processi produttivi e per l’autotrazione.
In termini economici, nel 2021 le aziende del Comparto hanno sostenuto costi per quasi 315 Milioni di euro per l’approvvigionamento energetico e idrico, in notevole incremento (+114%) rispetto al 2020.
In particolare, nel 2021 per 13 aziende del Comparto sono aumentati notevolmente i costi per l’acquisto di energia elettrica, con una media di quasi 84% rispetto al 2020 (con punte fino al 227%).
Sempre nel 2021 per 11 aziende del Comparto sono aumentati i costi per le forniture di gas metano con una media di quasi 122% rispetto al 2020 (con punte fino al 241%).
L’incidenza del costo di acquisto per energia elettrica, gas, combustibili, carburanti e vapore sul valore della produzione è variata dal 6,54% del 2020 al 9,69% nel 2021, testimoniando l’importanza dell’incidenza di questa componente nei bilanci delle aziende del Comparto.
INIZIATIVE PER IL RISPARMIO ENERGETICO E PER LA RIDUZIONE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI
I consumi energetici sono un tema rilevante per le aziende del Comparto e in particolare per la maggior parte di esse che viene classificata come energivora dalla normativa corrente. L’attenzione all’efficientamento energetico ha portato ad adottare una serie di iniziative ed innovazioni di processo anche nel 2021 con evidenti benefici sia sul fronte della riduzione dei costi sia su quello dell’impatto ambientale.
Nel corso del 2021, oltre ad investire per mantenere i Sistemi di Gestione Ambientali, le Aziende hanno attuato iniziative per limitare l’impatto ambientale dei propri prodotti e servizi, soprattutto dal punto di vista energetico. In particolare:
- sostituzione o installazione di macchinari, impianti e/o apparecchi per l’efficientamento energetico, ad esempio attraverso relamping e installazione di software di operational intelligence finalizzati al monitoraggio e ottimizzazione dei consumi energetici;
- installazione di impianti di co-generazione o tri-generazione;
- nomina un referente interno (energy manager) o definizione di una struttura interna che si occupa prevalentemente di efficientamento energetico.
Le aziende del Comparto dimostrano un costante impegno per limitare le emissioni di inquinanti in atmosfera utilizzando impianti e tecnologie innovativi.
Le emissioni di inquinanti in aria sono oggetto di studio e monitoraggio da parte delle aziende del Comparto, dal momento in cui fuoriescono dal camino dell’azienda a quando ricadono al suolo; ulteriori controlli vengono anche effettuati sulle materie prime o combustibili utilizzati, che possono influire sulle emissioni atmosferiche, per garantire il rispetto dei limiti di legge.
Viene posta particolare attenzione in fase progettuale degli impianti, con la scelta delle tecniche più opportune per la riduzione delle emissioni e la conduzione dei processi produttivi.
Le emissioni di gas serra collegate alle attività del Comparto Chimico Toscano possono essere suddivise in emissioni dirette e indirette.
Le emissioni dirette Scope 1 derivano da fonti energetiche detenute o controllate da un’organizzazione, come ad esempio i combustibili fossili acquistati per il riscaldamento, per la produzione di energia elettrica e termica.
Le emissioni indirette Scope 2, invece, fanno riferimento all’elettricità acquistata o acquisita, al riscaldamento, al raffreddamento e al vapore consumato da un’organizzazione, ad esempio, per l’illuminazione degli edifici e l’alimentazione dei macchinari. Tali emissioni vengono calcolate sia tramite l’approccio location-based, sia attraverso l’approccio market-based: il primo considera l’intensità media delle emissioni di gas serra delle reti sulle quali si verifica il consumo di energia, utilizzando principalmente i dati relativi al fattore di emissione medio della rete; l’approccio market-based considera invece le emissioni causate dal consumo di energia elettrica che l’azienda ha intenzionalmente scelto con forma contrattuale.
Il gas naturale rappresenta la principale fonte diretta di emissioni di gas serra per le aziende, pari a circa 824 mila tCO2e, costituendo il 68% del totale di emissioni (dirette e indirette market based) del 2021. La riduzione delle emissioni dirette rispetto al 2020 è giustificata proprio dal minor utilizzo di gas naturale durante l’anno.
*Per il calcolo delle emissioni dirette (Scope 1), derivanti dal consumo di gas naturale, sono stati utilizzati i fattori di emissione pubblicati dal DEFRA (Department for Environment, Food and Rural Affairs) nel 2022.
**Per le emissioni indirette (Scope 2) sono stati applicati i seguenti fattori di emissione: Location-based: ISPRA – Rapporto 363/2022; Market-based: AIB – European Residual Mixes 2022
La tabella che segue indica il quantitativo in tonnellate anidride solforosa (SO2), ossidi di azoto (NOx) e particolato emesso dalle aziende del Comparto nel corso del biennio di riferimento.
I valori relativi alle emissioni in atmosfera riferiti agli stabilimenti che emettono le componenti di monitoraggio sottoposte a stretti vincoli normativi sono ampiamente al di sotto dei limiti di legge.